È una situazione che stiamo affrontando in questi giorni: quando ci sembra di vedere una specie di pioggerellina o fiocchi di neve, ma il sole splende alto nel cielo, in realtà si tratta “solamente” di polline che, in questo periodo dell’anno, rende la vita difficile a molti di noi.
Per avere una definizione corretta di ciò che si intende per allergia ai pollini, riprendiamo il sito del ministero della salute: “L’allergia ai pollini o pollinosi è caratterizzata prevalentemente da lacrimazione, starnutazione e talvolta tosse e asma con ricorrenza stagionale.
Con l’alternarsi delle stagioni e nei diversi periodi di fioritura delle piante, in particolare in primavera, si verifica un evento naturale di fondamentale importanza per il regno vegetale: invisibili nubi di polline, seguendo le correnti aeree, si riversano nell’atmosfera diffondendosi in altezza e a distanza anche per diversi chilometri dalla sorgente…
Le allergie respiratorie rappresentano la forma più diffusa di allergie in Europa e nel mondo. Inoltre, la diffusione delle malattie allergiche sta aumentando in Europa e, anche a causa del cambiamento climatico, non è più limitata a stagioni o ambienti specifici”.
Le fasi della reazione allergia
Ebbene sì, si parla di due fasi della reazione allergica, che dapprima può sembrare un semplice raffreddore o tosse innocua, ma che, se riconosciute, possono attenuare il prima possibile tutti gli spiacevoli inconvenienti che derivano dall’allergia. Vediamole quindi insieme:
- Fase uno, ovvero processo di sensibilizzazione: il sistema immunitario dell’organismo identifica erroneamente una sostanza innocua nell’aria (allergene) come qualcosa di dannoso e, quindi, inizia a produrre anticorpi per neutralizzarla.
- Fase due, ovvero reazione immunitaria: quando l’allergene entra di nuovo in contatto con l’organismo, viene immediatamente riconosciuto come dannoso dagli anticorpi prodotti nella prima fase. Il sistema immunitario attiva così una serie di reazioni di allarme azionando tutti gli organi deputati alla difesa (naso, occhi e gola).
I sintomi
Per prima cosa, per questa tipologia di allergie, si può osservare una certa ricorrenza legata alla stagionalità. Ma, in generale, i sintomi più comuni dell’allergia ai pollini sono:
- Congestione nasale con conseguente raffreddore e mal di testa
- Lacrimazione degli occhi, che può portare ad arrossamenti
- Continui starnuti
- Prurito a naso, occhi e bocca
- Prurito alla gola, con sensazioni di formicolii
- Tosse persistente
- Congiuntivite
- Gonfiore agli occhi
- Riduzione del senso dell’olfatto e del gusto
Ci sono anche dei sintomi poco comuni e più gravi che possono essere:
- Asma persistente
- Difficoltà respiratorie gravi
- Shock anafilattico (anche se molto raramente)
Prevenire l’allergia ai pollini (è possibile?)
Non esiste un modo per stoppare l’arrivo dei pollini e non esistono misure preventive ambientali possibili. Ci sono però delle piccole mosse che, colui che è allergico, può attuare.
Per prima cosa, bisogna rivolgersi al medico di riferimento per cercare di individuare la specie botanica (erbe, fiori o alberi) a cui appartiene il polline che provoca l’allergia.
Questo approccio consente di conoscere quali fattori e quali abitudini contribuiscono a scatenare la pollinosi. In tal modo, risulta possibile adottare delle misure comportamentali e preventive per evitare la reazione allergica.
La terapia farmacologica è e rimane comunque il fattore più importante, anche per la prevenzione.
Farmaci preventivi
Esistono infatti dei farmaci preventivi: la terapia preventiva si basa sull’assunzione di cromoni, che diminuiscono la sensibilità dell’apparato respiratorio nei confronti del polline allergenico. Questi farmaci sono utilizzati per prevenire le reazioni allergiche e le crisi di asma bronchiale. Proprio per questo, il trattamento dovrebbe iniziare prima dell’arrivo dei pollini nemici.
L’inizio della terapia preventiva dovrebbe avvenire dalle due alle quattro settimane prima della stagione di fioritura tipica della specie botanica che rende suscettibile il paziente allergico.
I farmaci classici per la cura dell’allergia ai pollini
- Decongestionanti: sono utilizzati per un sollievo rapido e temporaneo alla congestione nasale e sinusale o il rossore e il prurito agli occhi. Questi contengono vasocostrittori, sostanze che riducono l’irrorazione sanguigna della mucosa del naso e degli occhi, alleviando i sintomi: essi sono spray nasali e colliri. Gli spray nasali ed i colliri decongestionanti non vanno utilizzati per un lungo periodo (non più di 2-3 volte al giorno, meglio se a cicli di una settimana, con qualche giorno di pausa), perché possono indurre effetti collaterali.
- Antistaminici: questi bloccano l’attività dell’istamina, una delle principali sostanze chimiche infiammatorie, rilasciate dal sistema immunitario, che intervengono nelle manifestazioni allergiche. Si assiste così al miglioramento dei principali sintomi dell’allergia ai pollini. Gli antistaminici si trovano sia sotto forma di compresse e sciroppi.