La celiachia è una delle più diffuse patologie legate all’alimentazione. In Italia il numero di celiaci è pari a circa l’1% della popolazione (600.000 persone), di questi però soltanto il 30% è stato realmente diagnosticato (200.000 persone). Nonostante la celiachia sia piuttosto diffusa e conosciuta, non è semplice da diagnosticare vista la grande eterogeneità con cui si può manifestare.
Si parla di celiachia silente, quando ci si riferisce alla celiachia asintomatica: ovvero quella situazione nel quale questa patologia autoimmune è presente in un individuo senza sintomi che riconducano ad essa.
Scopriamone meglio le caratteristiche e le origini!
Che cos’è la celiachia?
La celiachia è una malattia cronica legata all’alimentazione di origine genetica e di natura infiammatoria, che comporta la graduale distruzione della mucosa intestinale (intestino tenue).
Tutto questo avviene in reazione al glutine, un insieme di proteine generalmente presenti nel grano, nell’orzo e nella segale, elementi tutti molto diffusi nella dieta di tutti i giorni.
Non è un caso che le popolazioni più esposte alla celiachia sono tutti quelle di origine caucasica, in cui il consumo di cereali contenenti glutine è piuttosto elevato e superiore alle altre popolazioni africane o asiatiche.
Le cause della celiachia
Quando le cellule del sistema immunitario entrano a contatto con il glutine, generano una risposta immediata attaccando la mucosa dell’intestino tenue. Quest’ultima è costituita da tantissime piccole protuberanze a forma di dito chiamate villi, responsabili dell’assorbimento delle sostanze nutritive presenti negli alimenti.
La risposta del sistema immunitario al glutine va quindi ad intaccare la composizione e le funzionalità dei villi, comportando malassorbimento dei nutrienti e malnutrizione.
Le cause principali che scatenano l’insorgere della celiachia sono quindi essenzialmente due:
- un fattore ambientale/sociale: una dieta ad alto contenuto di glutine
- un fattore genetico: presenza di specifiche sequenze genetiche che definiscono la struttura con cui le cellule immunitarie sono in grado di riconoscere gli elementi con cui entrano in contatto.
La presenza di entrambe queste due condizioni è il primo elemento utile per diagnosticare la celiachia.
I sintomi
I sintomi riconducibili alla celiachia sono estremamente variabili e possono presentarsi in due forme:
- forma classica: ormai sempre più rara, interessa maggiormente i bambini con i classici sintomi da malassorbimento (diarrea, meteorismo, dolori addominali e scarso accrescimento);
- forma atipica: sempre più frequente, soprattutto tra gli adulti, presenta dei sintomi extra-intestinali quali anemia da carenza di ferro, osteoporosi, debolezza muscolare, riduzione della fertilità, alopecia e formicolio alle mani e ai piedi.
Da non trascurare sono poi le manifestazioni sintomatiche correlate ad altre patologie: malattie della tiroide, diabete di tipo 1, psoriasi, gastrite e dermatite erpetiforme di Duhring.
In caso di sospetta celiachia asintomatica in adulti e bambini, si può essere sottoposti ad una serie di test che riguardano gli stessi esami condotti in caso di celiachia sintomatica che vedremo nel prossimo paragrafo.
Come viene effettuata la diagnosi
La diagnosi della celiachia non è sempre semplice da effettuare. Si procede comunque per gradi e seguendo delle linee guida ben definite.
Nei soggetti con predisposizione genetica e comparsa di sintomi riconducibili alla celiachia, si procede con l’esame degli anticorpi in risposta al glutine attraverso un comune prelievo del sangue.
Se la presenza degli anticorpi viene confermata, si procede con l’esecuzione di una biopsia (prelievo di un frammento del tessuto intestinale del duodeno).
Se nonostante queste prime due analisi la diagnosi non fosse ancora del tutto chiara, si procede con esame del DNA per comprendere se si è predisposti o meno alla malattia attraverso l’individuazione dei geni predisponenti.
Trattamento e terapia
Al momento non esiste una terapia farmacologica vera e propria per il trattamento della celiachia. L’unica strada percorribile è l’eliminazione totale e duratura del glutine dalla propria dieta. Non si tratta di una cosa semplice: il glutine infatti può essere presente in numerosi alimenti e persino in alcuni farmaci o cosmetici. Fortunatamente sono sempre più diffuse intere linee di prodotti cosiddetti “gluten free” che offrono la massima garanzia e sicurezza circa l’assenza del glutine.
Con una dieta simile, la sintomatologia della celiachia dovrebbe scomparire nel giro di qualche settimana nelle forme meno gravi. Nel caso in cui non venga diagnosticata precocemente, ci potrebbero volere anche due anni per una regolare ricomposizione della mucosa intestinale.
Per questi motivi è importante adottare una dieta senza glutine quanto prima possibile, evitando le complicanze da celiachia.
Assolutamente da evitare sono tutti quegli alimenti confezionati: dalle merendine alle torte, la pasta, il pane e la pizza. La carne, le verdure, il riso, il mais e le patate invece, non contengono glutine e sono ottime per la dieta di un celiaco.
Per maggiori approfondimenti è possibile consultare la lista degli alimenti permessi e vietati stilata dall’Associazione italiana Celiachia.