Solitamente quando si è indisposti a livello intestinale a meno che il malessere non sia legato ad altre patologie già esistenti, si tratta di un “virus intestinale” come viene definito comunemente o in gergo medico gastroenterite virale o influenza intestinale. Si fa riferimento quindi a un’infiammazione di origine virale che colpisce lo stomaco e l’intestino tenue causando sintomi quali diarrea, dolori addominali, crampi all’addome e vomito.
Si tratta di un problema diffuso in tutto il mondo ed in grado di colpire tutte le età, nei Paesi in via di sviluppo rappresenta una delle principali cause di morte infantile, mentre nel mondo occidentale richiede talvolta il ricovero ospedaliero per soggetti a rischio (neonati ed anziani) e perdita di giornate lavorative per gli adulti.
La terapia classica contro il virus intestinale consiste nel bere molto e frequentemente, in modo da recuperare i liquidi e i sali minerali persi a causa della diarrea e del vomito.
Indisposizione intestinale: le possibili cause
Le principali cause di virus intestinale sono 4 agenti virali: il rotavirus, il norovirus, l’adenovirus enterico e l’astrovirus. I Norovirus sono i più diffusi in assoluto e colpiscono tutte le fasce d’età, mentre gli altri sono più comuni nei bambini al di sotto dei cinque anni e i Rotavirus sono probabilmente quelli responsabili delle manifestazioni più severe.
Sono maggiormente a rischio di sviluppare virus intestinale i bambini al di sotto dei 5 anni; gli anziani, specialmente quelli che vivono nelle case di riposo; i soggetti, bambini o adulti che presentano un sistema immunitario debole (il sistema immunitario difende l’organismo umano dalle minacce che possono provenire da batteri, virus, funghi ecc).
Inoltre alcuni contesti e situazioni favoriscono la diffusione della condizione di virus intestinale, come ad esempio la vita di comunità in ambienti a rischio come i dormitori, le scuole, gli ospedali, le navi da crociera, le caserme ecc.; la scarsa igiene personale, specialmente da parte dei gestori dei prodotti alimentari; l’acqua contaminata; il consumo di molluschi crudi o provenienti da acque contaminate.
Come capire l’origine del problema
La gastroenterite di origine virale che si manifesta con diarrea frequente (da 5-6 scariche fino a 15-20 in 24 ore), febbre inferiore ai 38°, nausea, vomito, mancanza di appetito, mal di testa e dolori osteoarticolari e muscolari, è tipica della stagione invernale.
Per quanto riguarda la gastroenterite legata a tossinfezioni batteriche tra le 6 e le 48 ore dopo un’ingestione di cibo o acqua contaminati da batteri, si può avvertire crampi nel basso ventre, sotto e intorno all’ombelico per poi presentare scariche di diarrea molto frequenti (da 5-6 fino a 15-20 in 24 ore), anche con possibili tracce di sangue. Tra gli altri sintomi: febbre, nausea, vomito e brividi. La tossinfezione determina una gastroenterocolite, con interessamento dunque anche del colon.
I test che si possono effettuare
Molto spesso per diagnosticare lo stato di indisposizione intestinale è sufficiente l’analisi dei sintomi e dei segni tramite esame obiettivo e anamnesi.
Tuttavia si può ricorrere a un esame diagnostico approfondito come l’esame colturale delle feci nel momento in cui l’analisi dei sintomi fa sorgere alcuni dubbi sull’origine virale della condizione in corso.
Attraverso questo esame, infatti, il medico è in grado di definire con assoluta certezza se l’agente patogeno scatenante i disturbi gastrointestinali è un virus, un batterio o un fungo.
In generale, nonostante si tratti di un problema molto diffuso, non viene riposta una particolare attenzione ad esclusione dei soggetti a rischio, in quanto è solito risolversi da solo nel giro di qualche giorno con i dovuti accorgimenti come cercare di mantenere un’idratazione costante per reintegrare i sali minerali e i liquidi persi.